Io una volta ho vomitato

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La necessità di dire qualcosa, qualunque cosa, anche se non si ha la più pallida idea di cosa potere dire

C’è una scena stupenda nel film a cartoni animati L’Era Glaciale 2. Il mammut Manny racconta una storia a un gruppetto di “cuccioli” di varie specie di mammiferi simil-pleistocenici. Terminata la storia i piccoli fanno una serie di osservazioni critiche, impertinenti ed esilaranti, fino a quando ne rimane uno che non ha ancora detto nulla. Non volendo essere da meno rispetto ai suoi amici il piccoletto prende la parola, ma dato che non sa cosa dire sulla storia appena ascoltata, dice “io una volta ho vomitato!”.

Voi direte: non c’entra niente.

Appunto, non è adorabile?

Quella scena del film riproduce qualcosa che fa parte della nostra esperienza comune, o dovrebbe esserlo. Insomma lo sarebbe se prestassimo sempre attenzione a ciò che dicono e scrivono gli altri.

Osservo questo tipo di eventi frequentando alcuni gruppi nell’ambito del social network Facebook. O per lo meno me ne accorgo in quei gruppi, perché si parla di materie in cui ho delle nozioni piuttosto solide. Parlo di gruppi dove si fanno domande e si “raccontano cose” legate alle Scienze Naturali. Capita spesso che qualcuno posti la foto di una pianta, o un animale, chiedendo “sapete dirmi cos’è?”.

A questo punto molti iscritti al gruppo hanno una gran voglia di dire la loro sull’argomento e si leggono cose veramente esilaranti. Invece di dire “io una volta ho vomitato”, che sarebbe un’affermazione piuttosto credibile, anche se fuori contesto, molti iniziano a scrivere nomi di animali e piante del tutto a caso. Altri tentano un’identificazione basata su alcuni caratteri fenotipici macroscopici. Ad esempio capita che qualunque animale con 4 zampe relativamente corte, corpo allungato e una bella coda, senza peli, sia una “lucertola”. Recentemente la gran parte delle “lucertole” sono definite “geco”, perché l’espansione di Tarentola mauritanica in diverse zone al margine meridionale delle Alpi ha reso piuttosto frequenti le domande su questa specie. Chi ha un bisogno irrefrenabile di scrivere qualcosa vede le foto del geco, identifica i caratteri che ho descritto, appena vede qualcosa di simile si affretta a scrivere “geco”. Ho notato che l’unica specie a sfuggire a questa identificazione buttata lì sia Salamandra salamandra, forse perché la sua splendida colorazione e la pelle “lucida” fanno intuire che non sia un “geco”. Però non sono per nulla sicuro che tutti abbiano chiara la differenza fra anfibio urodelo e “lucertola”.

I ragni sono quasi tutti “ragno violino”. Per inciso non ho idea di che ragno sia quello che ho usato come foto di copertina per questo articolo: non so quasi nulla di Arachnida.

In questi contesti c’è sempre quello che vuole fare il saputello e scrive correttamente di che animale o pianta si tratti, dando una breve descrizione, spiegando perché si distingua dalle specie i cui nomi sono stati sparati a caso, qualche elemento sulla distribuzione ed ecologia. Ovviamente sono uno di questi saputelli illusi. Illusi perché puntualmente, a ogni post, anche se quella specie è già comparsa numerose volte, arriva quello che una volta ha vomitato e lo deve assolutamente scrivere.

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Una Risposta to “Io una volta ho vomitato”

  1. Una strana lucertola | Osservazioni Says:

    […] Nature and Cultures « Io una volta ho vomitato […]

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