Archive for the ‘Mammals’ Category

Convivere e proteggere

ottobre 19, 2021

Oggi è stato pubblicato sul sito web del Parco Nazionale d’Abruzzo un comunicato che annuncia la morte di un orso marsicano travolto da un mezzo lungo l’autostrada A25. Potete leggere il comunicato sul sito web ufficiale del Parco.

Torno ancora una volta su un argomento che ho già affrontato in passato: la convivenza fra Homo sapiens sapiens e altre specie. Al momento su questo pianeta la specie dotata del cervello capace della maggiore capacità intellettiva a me nota è proprio Homo sapiens sapiens, che si è presuntuosamente attribuito questo nome specifico proprio in riferimento alle capacità che gli vengono conferite da una sviluppata corteccia cerebrale. Escludendo quanto si vede nei film di animazione, riteniamo che gli altri animali non siano in grado di ragionare, agire e comunicare come fa la nostra specie. Il raziocinio e la capacità di scelta delle altre specie animali è decisamente più limitato dei nostri, a quanto ci è dato sapere, quindi ci troviamo di fronte a una situazione piuttosto semplice: noi possiamo scegliere, progettare, pianificare, decidere, agire come società, gli altri animali poco o per nulla.

Dunque l’orso fa l’orso, il delfino fa il delfino e il pesce pagliaccio fa il pesce pagliaccio. L’Uomo fa l’uomo e di questo fa parte la presunzione di potere dominare tutte le altre specie. Lo abbiamo pure scritto in un testo sacro per una quota rilevante della popolazione umana (ricordo che il contenuto della Genesi è considerato valido da tutte tre le religioni monoteiste principali).

Mi capita spesso, per motivi di lavoro, di confrontarmi con umani che ritengono giusto conservare e proteggere ogni altra specie vivente, ma altrettanto spesso (anzi più spesso) incontro persone che ritengono doveroso innanzitutto tutelare gli interessi individuali degli umani e proteggere solo le specie “utili” o per lo meno “belle”, “simpatiche”, “affascinanti”.

Come ecologo, so quanto sia importante conservare tutte le parti di un sistema. La singola specie in sé è un patrimonio prezioso, ma è anche l’ingranaggio di un meccanismo complesso. Non si possono conservare alcune specie e non altre, pretendendo che questo lasci immutato il sistema. Il sistema stesso è presupposto per l’esistenza delle sue parti, che altrimenti potrebbero scomparire. D’altro canto, nonostante i nostri sforzi, non conosciamo ancora abbastanza bene il funzionamento dei sistemi. Si tende a semplificare, come viene spesso fatto da chi gestisce ambiti forestali produttivi, o si occupa di agricoltura, o di caccia e pesca. Lo fanno anche tanti ambientalisti, prendendo granchi clamorosi. Si semplifica perché se dovessimo aspettare di avere compreso le Leggi che regolano i processi in un ecosistema, dovremmo restare fermi. Non conosciamo ancora nemmeno tutti i processi, figurarsi le Leggi che li governano!

Questo tuttavia non è un alibi accettabile, nel momento in cui siamo già in grado di comprendere alcuni fenomeni. Ad esempio, sappiamo che gli orsi si spostano e lo fanno rapidamente e su lunghe distanze. Il loro spazio vitale, l’home range, non è limitato come quello di specie più piccole, semplicemente perché un orso ha bisogno di accedere alle risorse di un grande territorio per potere vivere. Per capirci, un capriolo può tranquillamente vivere in una zona piuttosto piccola, dove ci siano un po’ di prato e boscaglia. Un cervo usa una valle intera, se non più. Un orso chiama “casa” una piccola regione che comprende ben più di una sola vallata. Altri animali vanno addirittura oltre. Le rondini che siamo abituati a vedere vicino alle nostre case costruiscono il nido su queste rupi artificiali create dall’Uomo, ci sembra che vivano lì attorno, come noi, ma in realtà quelle rondini non potrebbero esistere se non compissero migrazioni di migliaia di chilometri, che le porteranno a passare l’inverno in terre dove sono disponibili le risorse alimentari di cui hanno necessità: insetti volanti.

Sappiamo che l’orso vaga e sappiamo che le nostre strade, autostrade, ferrovie, canali artificiali tagliano il territorio. E’ quasi inevitabile che un orso debba attraversare una strada, dato che queste sono dovunque. Nella maggior parte dei casi attraverserà piste forestali, o strade della viabilità secondaria montana, poco trafficate e strette, spesso talmente tortuose che le auto non possono percorrerle a velocità elevata, ma l’orso marcia per decine di chilometri e prima o poi finirà per volere attraversa l’autostrada, dove i mezzi viaggiano velocemente. L’orso non ha le idee chiare riguardo al moto dei veicoli, non ha mai avuto bisogno, nella storia della sua specie, di evolvere meccanismi di valutazione della distanza e velocità di un camion su una spianata di conglomerato bituminoso. E’ un’esigenza che è nata pochissimo tempo fa e il problema non risulta ancora pienamente risolto da noi umani. Basta provare a passare con l’auto nei pressi di una scuola, all’orario di fine delle lezioni, per vedere decine di giovani Homo sapiens sapiens attraversare una strada senza valutare il rischio di essere travolti da un’auto.

Dobbiamo quindi guardarci nelle palle degli occhi e farci delle domande: vogliamo continuare a condividere con l’orso marsicano e altri animali questo pianeta? So che molti risponderanno di si, ma moltissimi altri pensano che la decisione giusta sarebbe non farlo. Una volta assunta una decisione, è bene fare in modo che questa si trasformi in azione. Se vogliamo conservare l’orso, dobbiamo impedirgli di attraversare l’autostrada e creare dei passaggi sicuri.

Una questione gravissima è che molti rimandano a una futura pianificazione, richiamano la necessità di norme che giustifichino certe misure e gli oneri che ne derivano, si trincerano dietro al sacrosanto principio di controllo della spesa, anche in nome di una pianificazione chiara e di lungo respiro. Il punto è che queste cose me le sento dire da quando sono andato all’Università, ovvero da 30 anni, e oggi mi sembrano sempre più delle scuse per non trasformare le decisioni in atti concreti. Vogliamo continuare a prenderci in giro?

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Lettera al Presidente della P.A. di Trento sulla gestione dell’orso

agosto 16, 2017

Pubblico la lettera che ho appena inviato al Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi.

L’intervista al presidente Ugo Rossi sull’abbattimento di KJ2 (fonte: http://www.ufficiostampa.provincia.tn.it)

Sulla gestione di Ursus arctos arctos in Trentino

Gent. Sig. Presidente,
le scrivo come (temo molti) altri per discutere la condotta della Sua Amministrazione, in relazione ai recenti eventi che riguardano la gestione della popolazione di Ursus arctos arctos (orso bruno) nel territorio della Provincia Autonoma di Trento.
Premetto che non sono un animalista, né un ambientalista in senso comune, ma pur lavorando da vent’anni nel campo della biologia ambientale sono un pescatore che trattiene e mangia ciò che cattura, sostengo la compatibilità della caccia con la conservazione della fauna, partecipo con gioia alle cene a base di selvaggina e ho perfettamente coscienza del valore che la nostra società attribuisce (ancora) alla vita umana rispetto a quella degli altri animali.
Ciò che contesto nell’agire del Trentino non è tanto l’atto di abbattere un orso in sé, ma l’impianto complessivo di un progetto che (more…)

Effetto del pascolamento di Myocastor coypus sulla vegetazione di una piccola area umida

giugno 12, 2017

Le aree umide naturali della bassa pianura friulana sono ormai fortemente limitate per estensione, a seguito del processo di bonifica occorso durante gli ultimi secoli. Talvolta ambienti del tutto analoghi a quelli originari si trovano in aree marginali, oppure in siti abbandonati dopo una profonda modificazione antropica.

All’ultimo tipo di sito appartiene la piccola area umida annessa all’odierno Acquario presso il Laboratorio Regionale di Idrobiologia di Ariis di Rivignano.

Inquadramento generale dell’area. La posizione di Ariis è indicata dal rettangolo rosso.

L’area studiata è stata modificata a metà del XX secolo ed adattata ad uso di allevamento ittico (more…)

L’orsa Daniza e l’uomo sulle Alpi

agosto 25, 2014

Il fatto: il casus belli è il ferimento di un cercatore di funghi nei boschi del Trentino da parte di un’orsa. Un uomo, intento a cercare funghi nei pressi di Pinzolo (TN), si è imbattuto in una femmina di orso bruno (Ursus arctos) insieme ai suoi due cuccioli. La dinamica dell’incidente, per quanto ho letto sui media, è piuttosto confusa, ma pare che il cercatore di funghi si sia nascosto, venendo però individuato dall’orsa grazie al fiuto, che in questa specie è eccezionale, nonostante la pioggia. L’orsa ha quindi attaccato il cercatore di funghi, ferendolo in modo non grave (a quanto leggo).

Piccola nota etologica: so poco di etologia dei mammiferi, ma ricordo di avere letto più volte riguardo la “aggressività” delle femmine di orso bruno quando hanno i cuccioli. La cosa in effetti si configura come una misura di protezione verso la prole, evidentemente rivolta a una minaccia, in questo caso l’uomo. E’ ovvio, almeno per me, che l’orsa non volesse uccidere: nessun essere umano disarmato è in grado di resistere all’attacco di un orso bruno. Gli attacchi (more…)

Ungulati nella Bassa

marzo 20, 2010

Daino nella BassaQuando sono nato l’idea di potere vedere un capriolo nella Bassa, ovvero in quella porzione di pianura friulana che si trova a Sud della linea delle risorgive, era puramente utopistica. Negli anni ’70 del secolo ormai passato avevamo quasi raggiunto il massimo livello di antropizzazione del territorio, mancavano ancora alcuni squallidi riordini fondiari, ma la riduzione di habitat e la caccia mal regolamentata, grazie alla mancanza di cultura faunistica, avevano reso rare se non assenti molte specie di animali.
Durante gli ultimi trent’anni per fortuna alcune cose sono cambiate. Hanno iniziato per primi i caprioli ed i cinghiali, scendendo dalle Prealpi, poi gruppi di daini sfuggiti a parchi ed allevamenti. Oggi trovare tracce di ungulati nella Bassa non è più raro, così come fare degli avvistamenti. (more…)