Archive for the ‘Thoughts’ Category

World Water Day

marzo 22, 2024

Giornata mondiale dell’acqua 2024

Non amo particolarmente le “giornate”, preferendo un impegno costante agli exploit annuali, ma questa è indubbiamente la giornata in cui l’umanità finge di interessarsi a qualcosa che è essenziale per la nostra (e altrui) sopravvivenza.

In realtà gran parte di noi sottostima, non tanto l’importanza, quanto la complessità dei temi legati all’acqua, alla sua gestione, alla sua disponibilità e qualità in futuro, proprio mentre il cambiamento del clima, indipendentemente dalle sue cause, sta decisamente modificando proprio la nostra capacità di accedere all’acqua, che sia adeguatamente abbondante e di buona qualità.

Abbiamo dato molto per scontato, anche quando non lo era.

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La difficile convivenza fra l’uomo e gli altri

gennaio 31, 2024

ANSA: La Giunta provinciale di Trento ha approvato il disegno di legge proposto dell’assessore alle foreste Roberto Failoni per contenere la crescita della popolazione di orsi. Si prevede la possibilità di rimuovere fino a otto plantigradi all’anno, a fronte di una popolazione che, secondo l’ultima stima formulata nel Rapporto grandi carnivori, supera le cento unità. (articolo completo)

Immagine di fantasia generata dalla AI di Bing Image Creator

La notizia è freschissima, ma non inattesa, dato che da lungo tempo l’Amministrazione provinciale di Trento mira a un contenimento della popolazione dei plantigradi anche attraverso l’abbattimento di alcuni esemplari. Notizie ufficiali sull’argomento possono essere reperite sul portale della Provincia Autonoma di Trento dedicato ai Grandi Carnivori in Trentino.

Proprio in questi giorni sto leggendo un libro bellissimo: L’uomo e l’orso possono convivere? a firma di Filippo Zibordi. Lo consiglio soprattutto a chi non ha una formazione in campo naturalistico. Sebbene sia un ecologo, ho provato a leggere il lavoro fingendo di non sapere nulla di montagne, animali, ecologia. Il linguaggio è corretto ma semplice e l’uso degli aneddoti, la narrazione di storie che fanno parte dell’esperienza dell’autore, guida il lettore attraverso temi molto complessi legati alla conservazione della biodiversità e alla gestione di ambienti, fauna e flora. Temi su cui spesso si parla a sproposito, nonostante decenni di documentari in televisione. Quindi leggete il libro di Zibordi, io cercherò di finirlo rapidamente, poi ne riparleremo.

Della questione orsi ho scritto qualcosa in alcuni post del passato. L’orsa Daniza e l’uomo sulle Alpi; Lettera al Presidente della P.A. di Trento sulla gestione dell’orso; Gli umani e gli orsi sono parte degli ecosistemi.

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Senza petrolio?

dicembre 4, 2023

Stanno destando scalpore le dichiarazioni attribuite a Sultan Al Jaber, presidente della conferenza COP28, secondo cui non v’è alcuna prova scientifica del fatto che abbandonare il combustibili fossili ci permetterebbe di raggiungere l’obiettivo detto “dei 1,5°C”.

Cos’è l’obiettivo 1,5°C? Si tratta dell’ambizioso obiettivo di contenere l’aumento di temperatura globale entro 1,5°C rispetto al periodo pre-industriale.

Sinceramente non ho potuto ascoltare le dichiarazioni di Sultan Al Jaber, per cui mi devo basare su quanto viene riportato dai mezzi di informazione e disinformazione di massa, che in genere fanno resoconti parziali o alterati. In ogni caso, mi aspetto che un esponente dei paesi che hanno come propria unica risorsa il petrolio sostenga una posizione del genere.

Alcuni siti web attribuiscono a Sultan Al Jaber anche l’affermazione secondo cui “senza combustibili fossili torneremmo nelle caverne”. Sembra credibile, considerato un possibile ruolo di portatore d’interessi dei paesi produttori.

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Sapere e capire

novembre 22, 2023

I don’t know what’s the matter with people: they don’t learn by understanding, they learn by some other way — by rote or something. Their knowledge is so fragile! (Richard Feynman, 1985)

La frase riportata qui sopra si può tradurre in questo modo: “Non so quale sia il problema della gente: non imparano capendo, imparano in qualche altro modo – a memoria o qualcosa del genere. La loro conoscenza è così fragile!”

C’è tutto il divario fra chi applica il metodo scientifico galileiano e chi non lo conosce nemmeno. Lo scienziato moderno, quello che ha adottato il così detto “metodo scientifico”, osserva, capisce cosa accade, lo descrive, capisce come avvengono i fenomeni, capisce come sono fra loro collegati e come si manifestano, quindi ha acquisito una conoscenza. Ovviamente anche gli scienziati studiano sui libri. Alcune cose che leggiamo non le possiamo osservare direttamente, ad esempio non ho mai visto una molecola di DNA in vita mia, men che meno un atomo di idrogeno, ma ho imparato che esistono e qual è la migliore ipotesi riguardo la loro struttura per spiegare i fenomeni ad essi collegati. L’unico modo che ho trovato per consolidare la conoscenza, per ricordare le cose, è capirle.

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Granchio blu

agosto 30, 2023

Callinectes sapidus, il granchio blu americano, è diventato un protagonista di questa fine estate 2023.

È arrivato alcuni anni fa in Mediterraneo, trasportato nelle acque di zavorra delle navi che attraversano l’atlantico, e si è diffuso in molti ambienti costieri. Fino al 2022 se ne parlava per lo più fra naturalisti e biologi marini, ma questa estate è diventato un protagonista delle cronache. I mezzi di informazione e disinformazione titolano continuamente “emergenza” parlandone. Vediamo perché.

Innanzitutto, chi non si occupa di biologia marina e non va a pescare in mare o laguna ha scoperto il granchio blu quando gli allevatori di molluschi hanno iniziato a lamentare forti perdite. Il comparto della molluschicoltura, che sembrava essere l’Eldorado della produzione in mare fino a qualche anno fa, ha iniziato a mostrare delle debolezze già da qualche tempo, a causa degli effetti delle estati sempre più calde, di alcuni parassiti e ovviamente della disponibilità sul mercato di prodotti provenienti da molto lontano a prezzi bassi.

Callinectes sapidus è un granchio, più o meno come quelli a cui siamo abituati noi nell’alto Adriatico. Da secoli le comunità costiere marittime e lagunari hanno a che fare con i granchi del genere Carcinus. In particolare conosciamo “da sempre” Carcinus aestuarii. La prima grossa differenza fra il granchio nostrano e quello blu è la taglia degli adulti, dove quella del granchio blu è molto più elevata rispetto a quella dell’autoctono. I più grossi individui di Callinectes sapidus possono raggiungere i 15 cm di lunghezza del carapace e 23 cm di larghezza. Un’altra interessante differenza consiste nelle buone capacità natatorie della specie americana, grazie alla forma a paletta della coppia di zampe posteriori. Le chele non sono particolarmente robuste, per capirsi non hanno l’aspetto tozzo di quelle di un Eriphia verrucosa (favollo in italiano, granzo poro qui in alto Adriatico). Tuttavia le chele del granchio blu sono perfettamente adatte a scassinare le difese dei bivalvi e permettere a questa specie di predare vongole e mitili. Ovviamente il granchio blu, esattamente come fa il nostro granzo, mangia un po’ di tutto, predando quello che capita e apprezzando pure i resti di animali morti. È insomma un opportunista, esattamente come Carcinus aestuarii, ma quest’ultimo riesce a mangiare solamente le vongole più piccole, mentre Callinectes sapidus ha maggiori capacità.

Va da sé che, dove il granchio blu trova molte risorse, prosperi. Un allevamento di molluschi è decisamente un luogo ideale per un predatore capace di aprirne le valve. Nel corso degli anni nelle nostre lagune costiere la pesca delle vongole (Ruditapes decussatus) è stata sostituita progressivamente dall’allevamento della vongola filippina (Ruditapes philippinarum), specie alloctona proveniente dall’asia, con caratteristiche competitive dal punto di vista produttivo. L’allevamento delle vongole avviene in “campo aperto”, ovvero su appezzamenti in ambiente lagunare con il tipico fondale fangoso, ma senza delimitazione fisica rispetto al resto della laguna. Un po’ come un normale campo nella pianura padana. Le vongole filippine, divenute per legge “veraci” come le nostrane, vengono seminate su queste distese fangose, adeguatamente preparate (come un campo destinato al mais) e rimangono lì fino a quando la loro taglia non sia quella commerciale, alimentandosi come ogni bravo bivalve fa: filtrando l’acqua e cibandosi del plancton.

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