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Guardiamo dove mettiamo i piedi

novembre 19, 2021

A volte l’ovvietà mi emoziona. Vedere la struttura di un fondovalle, mettere in evidenza le impronte lasciate da decine, centinaia forse, di eventi nel corso dei quali il torrente ha spostato enormi quantità di sedimenti. Lo so, sono laureato in Scienze Biologiche, dico di essere un biologo, mi occupo di cose vive e mollicce. Ma la Vita sulla Terra è qualcosa che si “appoggia” a questo substrato.

Parte del fondo dell’alta valle del Bût (Alpi Carniche), elaborazione da DEM 0,5m (Regione Aut. Friuli Venezia Giulia)

La disposizione di quelle barre fluviali e dei canali, dei terrazzi, la presenza dei conoidi, delle frane, sono ciò che determina la distribuzione dei viventi, questa è la componente abiotica dell’ecosistema, è la parte non viva ma dinamica degli habitat. E’ impossibile ignorare il fatto che la morfologia della superficie terrestre influenzi in modo determinante la distribuzione dei viventi, così come è impossibile ignorare che i viventi siano in grado di indirizzare la morfologia superficiale. Nel caso degli alvei questo è molto evidente. Forse non sono un “biologo” in senso stretto, il termine corretto è “ecologo“. Per questo motivo studio la geomorfologia da tre decenni. Per fortuna anche i ricercatori veri stanno seguendo questa via da anni e vedremo belle cose in futuro, ne sono certo.

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Rio Alba (Moggio Udinese)

giugno 26, 2021

Alla fine del mese di maggio 2021 ho visitato la parte inferiore della gola che il Rio Alba scava fra i monti del margine meridionale delle Alpi Carniche. L’alba è un affluente di destra del fiume Fella e la sua valle delimita a Ovest il massiccio dello Zuc dal Boor.

Il bacino del Rio Alba si trova nella zona evidenziata
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Isonzo – da Pieris all’Isola della Cona

agosto 13, 2019

Lo scorso 6 agosto ho sceso, con la mia canoa gonfiabile, il tratto di fiume Isonzo fra il ponte “di Pieris” (SR 14) e l’Isola della Cona. Lo scopo della gita era puramente scientifico, dato che era mia intenzione raccogliere campioni di eDNA per scoprire la presenza di alcune specie ittiche difficilmente osservabili, ma è stata l’occasione per esplorare alcuni tratti di fiume dove non ero mai stato, né a nuoto né a piedi.

La preparazione della canoa e dell’attrezzatura, sotto il ponte “di Pieris”.

Sono partito alle 8 del mattino, per evitare la calura estiva, dalla riva occidentale dell’Isonzo (o riva destra, o friulana). Ho lasciato l’auto all’Isola della Cona e sono stato portato a monte dal mio collega Matteo, che era in zona per altri impegni. L’accesso è molto facile imboccando una strada sterrata che si diparte dalla “statale” (ora regionale) poco prima del ponte (venendo da Fiumicello) ed è molto nota, in particolare fra coloro che vanno a fare il bagno o a prendere il sole sulla grande barra laterale destra a valle del ponte. Un sentiero conduce rapidamente sotto le arcate del ponte stradale fendendo una fitta vegetazione composta quasi esclusivamente da specie alloctone invasive.

Qui ho gonfiato la canoa e preparato tutta l’attrezzatura necessaria alla discesa e al campionamento dell’acqua (filtri, connettori, siringhe, borsa frigo ecc). Ho preferito imbarcarmi nella pozza (acqua immobile) immediatamente a valle della bassa soglia artificiale che protegge il piede dei piloni, dato che non mi fidavo di affrontare la brevissima rapida centrale con un gonfiabile: ci sono alcuni massi e rami incastrati che potrebbero essere letali per il gonfiabile. Con un kayak rigido da torrente mi sarei buttato direttamente in acqua.

Uscire dalla buca è stato piuttosto facile, passando su una soglia ghiaiosa con battente sufficiente. Entrare nella corrente è banale, anche con la mia canoa gonfiabile, che di certo non è agile. Dopo pochi metri mi sono fermato in una morta a sinistra per iniziare a lavorare.

Il tratto con corrente percepibile e minuscole onde termina subito e il filone attivo (more…)