Un esempio applicato alla pandemia di CoViD-19
Quasi ogni giorno consulto i dati diffusi dal Ministero della Salute, relativi all’andamento della pandemia di CoViD-19. Un po’ per curiosità, un po’ per capire effettivamente come vanno le cose attorno a me e decidere autonomamente come comportarmi. Per motivi di lavoro infatti ho la possibilità di spostarmi molto più di tanti altri, ma non ho alcuna intenzione di farlo se “si mette male”.
Oggi mi sono “divertito” (non c’è nulla di divertente in sta storia) a tentare il calcolo dell’incidenza per diverse regioni ed esaminarne l’andamento nel tempo. Innanzitutto un problema: ho solo il numero di abitanti al 1 gennaio 2021, trovato sul sito web dell’ISTAT. In ogni caso, considerato che il numero di morti da CoViD-19 è rilevante ma non parliamo di decine di migliaia per ogni regione, considero l’errore trascurabile. Probabilmente ogni regione aveva più abitanti ad agosto che oggi, se consideriamo un andamento normale delle nascite e uno dei decessi incrementato da CoViD-19. In ogni caso, per l’analisi che ho fatto oggi e i suoi scopi, l’errore dovrebbe essere accettabile. Ma ricordate: l’errore c’è!

Numero di casi / 1000 abitanti per alcune regioni italiane dal 1 agosto 2020 al 17 gennaio 2021 (elaborazione da dati Ministero Salute e ISTAT)
Ho scelto queste zone perché hanno andamenti diversi e questo le rende interessanti. In generale in tutte le regioni si è assistito a una diminuzione dell’incidenza a dicembre, tranne che in Sardegna, dove l’aumento dell’incidenza ha rallentato, ma la variazione è rimasta positiva,
Cosa ho capito? Niente! Perché io non so esattamente cosa sia successo in quelle regioni, chi si sia spostato per lavoro, chi sia rientrato al domicilio o in famiglia per le feste. Non lo so. Quella che ho eseguito è un’analisi parziale dei dati, che rileva qualcosa di interessante, ma non spiegabile in base ai dati di cui dispongo.