Introduzione a un punto di vista, non nuovo, ma neppure scontato.
Una rinuncia non può fare veramente, o completamente, bene. Nell’affrontare i comportamenti alimentari errati ad esempio è necessario risalire all’origine, comprendere i perché, averne coscienza e quindi correggere il comportamento che ne deriva.
Ve lo dice una persona che combatte con una innata tendenza ad accumulare grasso e ha passato la propria vita dai 18 ai 45 anni fare la famigerata “fisarmonica”, con variazioni di peso mostruose occorse anche nell’arco di pochi mesi. Una lotta continua che ha prodotto sofferenza e insoddisfazione, fino a quando sono diventato “grande” e ho iniziato a farmi e fare delle domande, con l’obiettivo di portare benessere fisico e mentale nella mia vita, almeno per i prossimi 40 anni!
La rinuncia cieca produce sofferenza e, anche se può dare risultati fisici misurabili e positivi per molti aspetti, genera in noi dei fenomeni fortemente negativi, che si innescano ogni volta che la nostra mente percepisce il disagio derivante da una rinuncia non sufficientemente motivata. In linea generale la sofferenza sia fisica che psicologica è un fenomeno non elementare, da evitare.
ll nostro corpo ha un funzionamento estremamente complesso che (more…)