Posts Tagged ‘Stella’

Stella – da Pescarola a Titiano

agosto 27, 2019

Lo Stella è uno dei fiumi di risorgiva che solcano la Bassa friulana, forse il più celebre fra i tanti corsi d’acqua che nascono in mezzo alla pianura friulana, dall’emersione delle acque della grande falda freatica che raccoglie le acque dei fiumi alpini, disperse nelle ghiaie della Alta. L’acqua dello Stella sostanzialmente è quella del Tagliamento, con qualche aggiunta derivante dalla percolazione delle piogge e dalla dispersione di rii minori nella fascia di pianura asciutta della Alta, fra i colli morenici e la così detta “linea delle risorgive”.

Abbiamo percorso una parte del tratto inferiore di questo fiume, caratterizzato da acque molto calme, corrente lentissima e rive coperte di alberi. Si parte da Pescarola, dove è stato realizzato un porticciolo in uno dei tanti meandri “di morta” del fiume. Si tratta di un antico meandro che il fiume non utilizza più, dunque è ancora più calmo del canale attivo. Raggiunto Palazzolo dello Stella si prende la strada che a destra del fiume scende verso Precenicco. Dopo avere superato la ferrovia si incontra a sinistra una strada (Via dello Stella) con l’indicazione “porto di Pescarola” o “Puart di Piscjarole” in lingua friulana. Dopo essere passati accanto alle banchine del porticciolo, prima di una decisa curva a destra, si vede sulla sinistra lo scivolo di alaggio per i natanti. Questo è il punto di imbarco che abbiamo scelto. Per visualizzare il punto di imbarco segui questo link.

Da qui si esce subito sul fiume Stella e ci si dirige verso valle (destra) guidati da una modesta corrente. Per tutta la gita abbiamo dovuto usare in modo attivo le pagaie, perché (more…)

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Un patrimonio invisibile

agosto 18, 2017

La vita quasi sconosciuta nelle acque interne continentali

Knipowitschia punctatissima

Knipowitschia punctatissima

Non ricordo esattamente quanti anni avessi quando a Piani di Luzza, sopra Forni Avoltri (UD), scoprii in un ruscello alcuni bizzarri animaletti. Vedevo dei cilindri bianchi, che sembravano fatti di sassolini minuscoli, da cui sporgeva una testa e delle zampe. Chiesi lumi a mio padre, il quale mi spiegò che erano dei “granchietti” che si erano fatti la casetta per proteggere l’addome. Un po’ come i paguri.

Nel 1995 chiesi al prof. Mario Specchi, ordinario di Zoologia per il corso di laurea in Scienze Biologiche dell’Università degli Studi di Trieste, che mi assegnasse una tesi di laurea sul biomonitoraggio usando gli indici biotici applicati ai macroinvertebrati bentonici delle acque correnti. Il professore accettò di avermi come studente interno e mi dette carta bianca per la scelta dell’area dove fare la tesi. Io scelsi il torrente But, uno dei più importanti corsi d’acqua della Carnia, quello che ha scavato la valle da cui proviene una gran quantità di Moro, guarda caso, e lungo cui correva un’antichissima via attraverso le Alpi fin dalla protostoria.

Scoprii così che i “granchietti” sono in realtà degli Insetti e più precisamente si tratta di Trichoptera. In base ai miei ricordi, ormai sfumati, penso che (more…)