Opinione personale: non credo che in futuro la conservazione della “natura” verrà sostenuta e attuata meglio rispetto a oggi. Anzi, è mia convinzione che in molti paesi europei, in primis in Italia, assisteremo a un cambiamento, con minore conservazione degli elementi naturali sul territorio, a vantaggio di un più intenso uso dello stesso e delle sue risorse.
Mi occupo di “ambiente”, termine che viene usato a sproposito, da oltre due decenni. Conosco le norme statali e unionali che riguardano la sua conservazione. Ascolto ogni santo giorno le lamentele e le proteste di coloro che chiedono a gran voce di lasciare fare di più, smettere di legare le mani agli imprenditori a causa delle “manie degli ambientalisti”. Noi biologi, naturalisti e geologi siamo considerati “ambientalisti” insieme a chiunque si opponga a ogni opera. In effetti noi siamo ambientalisti sul serio, ma non ci opponiamo a tutto. Questo crea un grosso problema etico.
L’Europa meridionale non riesce a produrre il cibo consumato dai suoi abitanti. Non abbiamo materie prime in quantità e a costi tali da permetterci di mantenere la produzione industriale e conservare lo stile di vita a cui siamo abituati. Il nostro benessere è basato più che altro su un abile uso delle risorse di altre regioni del mondo.
Ieri ho parlato con un amico di un progetto di parco fotvoltaico. Energie rinnovabili. Sostenibilità. Talmente sostenibile che senza alterare il mercato non sarebbe possibile indurre investitori privati a costruire questi impianti. Che occupano molti ettari di terreno. Si parla di agrifotovoltaico, ovvero di impianti in cui i pannelli sono installati ad alcuni metri da terra, consentendo di coltivare la terra sotto di essi.
Se i pannelli fotovoltaici sono ben piazzati, intercettano gran parte dell’energia solare in arrivo. Le piante funzionano esattamente come pannelli fotochimici: catturano energia solare e la usano per fare un lavoro, sintetizzare molecole organiche, fra cui ad esempio l’amido.
Ho fatto un esempio, ma spero sia abbastanza chiaro a tutti che se si mettono dei pannelli fotovoltaici sotto altri pannelli fotovoltaici, non produrranno un granché.
Cosa esprime l’opinione pubblica?
Gli alvei vanno puliti, scavando. Gli argini alzati e diaframmati. Bisogna creare casse di laminazione delle piene, per rendere edificabili nuove superfici, ma accelerare lo scorrimento e accumulare acqua per l’estate, ricaricando comunque le falde alluvionali e fornendo acqua per l’irrigazione che consenta di coltivare piante assolutamente inadatte a crescere sui terreni e coi climi che abbiamo.
Dobbiamo creare nuovi collegamenti viari, per favorire il traffico pesante su gomma, e nuove ferrovie ad alta velocità e capacità per ridurre il traffico commerciale su gomma, ma senza dimenticare che un nuovo asse viario può trasformare una grande superficie da terreno agricolo a uso industriale e commerciale. Bisogna costruire, occupare nuovi spazi, fare girare i miliardi.
I grandi animali non dovrebbero potere vivere dove stiamo noi. In particolare lupi e orsi. Nessuno li vuole fare estinguere, ma devono vivere altrove. Dove? Dove non ci siamo noi, le nostre case, le nostre greggi. Stiano in aree delimitate, recintate. E se non c’è abbastanza spazio e cibo, gli daremo le scatolette di mangime.
Per usare i grandi finanziamenti del PNRR non si può perdere tempo con l’ambiente,e le paranoie degli ambientalisti. Bisogna fare presto, progettare e costruire, gettare centinaia di migliaia di metri cubi di calcestruzzo. Anzi, milioni! Vanno eliminate quelle penose e farraginose procedure di valutazione di impatto ambientale. Lo ha scritto persino un Ministro della transizione ecologica alcuni mesi fa.
A meno che non troviamo il modo per usare le risorse di altri paesi a costi ancora più bassi! In tal caso potremmo aspirare a un dignitoso benessere lasciando che il nostro paese sembri il giardino ben curato di una villa, anche se servirà sempre tirare su qualche emergenza per fare fatturare un po’ le imprese locali.
Credevate che 40 anni di documentari avessero diffuso conoscenza della “natura”? Da ciò che ascolto e leggo, abbiamo guardato le belle immagini, punto.
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