Posts Tagged ‘2000/60/CE’

Alvei fortemente dinamici

ottobre 6, 2022

Dove la Geologia viene in soccorso all’Ecologia e tante situazioni apparentemente “assurde” diventano comprensibili

Molti secoli or sono un filosofo greco disse “πάντα ῥεῖ”, panta rhei: tutto scorre. Senza entrare nel merito dell’attribuzione di questo aforisma a Eraclito di Efeso (mancano prove oggettive) ci accodiamo volentieri al pensiero relativo al divenire, il continuo accadere di mutamenti, che per noi ecologi dovrebbe essere più che ovvio, a maggior ragione quando di occupiamo di ecosistemi acquatici lotici, dove l’acqua scorre sul serio in continuazione.

Esiste un concetto fortemente errato nella cultura attuale degli europei occidentali e dei nordamericani: l’immutabilità delle cose. Non parlo del ristretto novero degli scienziati ma della cultura dei popoli. Ci si aspetta che nulla cambi, che tutto resti esattamente come “una volta”, al limite che cambi perché lo abbiamo deciso noi, intervenendo con azioni e opere sul territorio. Ma le cose cambiano continuamente, a piccola e grande scala e sul breve e lungo periodo.

Un alveo con forte trasporto solido di fondo, quasi del tutto inabitabile per gli organismi acquatici macroscopici

Mi occupo di macroinvertebrati bentonici dal 1995, organismi molto diffusi in tutti gli ambienti acquatici, compresi quelli lotici. Le comunità costituite da questi animali sono piuttosto ricche in termini di taxa, il loro ciclo biologico è sufficientemente lungo e la loro mobilità relativamente bassa, quindi sono stati scelti come buoni indicatori dello stato dell’ambiente. Il loro ruolo come bioindicatori è stato sancito in Italia con l’applicazione della Direttiva 2000/60/CE (Direttiva Quadro sulle Acque). Bello, per noi idrobiologi, ma questo ha creato un grosso problema!

Alcuni di voi sapranno che per classificare un corpo idrico, o meglio per definire il suo Stato ecologico, si confrontano le biocenosi osservate con quelle considerate caratteristiche, tipiche di quell’ambiente. Ovviamente le biocenosi caratteristiche devono essere individuate per ogni tipo di ambiente, perché non troveremo le stesse biocenosi in un piccolo ruscello a 2000 m di quota e in un grande fiume a 2 m di quota sul livello del mare.

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Annaspare

luglio 15, 2022

In questi giorni chi governa le regioni del versante meridionale delle Alpi sta affrontando un momento molto difficile, a causa della siccità, rinominata “crisi idrica”, perché se non dici crisi nessuno ti dà retta. Si stanno sentendo mille campane; a parte i soliti esperti da social media, sulla cui incompetenza possiamo sempre contare, ci sono coloro che esercitano il diritto di essere portatori di interesse. E la situazione non è allegra per nessuno di loro.

Corso d’acqua di risorgiva della Bassa pianura friulana con una portata molto ridotta rispetto alle estesi precedenti

In questo momento, non siamo preparati per affrontare una siccità così. Non lo siamo per le caratteristiche del nostro sistema produttivo agricolo e industriale, per quali fonti di acqua superficiali e sotterranee usiamo, per come preleviamo, trasportiamo, usiamo l’acqua, per come raccogliamo e trattiamo i reflui. In questo momento il nostro sistema è fatto in modo da funzionare con più acqua e delle inefficienze ci siamo interessati poco, spesso credendo fosse solo una questione “ambientale” negoziabile perché di poco conto.

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Biomonitoraggio negli ambienti acquatici

gennaio 19, 2017

Un dubbio: occasione persa?

Ho iniziato a occuparmi del monitoraggio ambientale nel 1995, quando avviai lo studio che avrebbe costituito la mia tesi di laurea. All’epoca il monitoraggio bilogico era molto di moda nell’ambiente accademico e, nonostante l’Italia fosse indietro di almeno 20 anni rispetto ad altri paesi del mondo, si lavorava con grande entusiasmo.

Il bello del monitoraggio con metodi biologici, o biomonitoraggio, è che in linea teorica ci permette di registrare gli effetti di una perturbazione anche dopo un certo tempo che (more…)